L’apprendistato è un contratto di lavoro che combina formazione e attività lavorativa per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro. Ma l‘apprendistato ha un limite di età? Qual è l’età massima per fare l’apprendistato?
A queste domande si può rispondere con un semplice “no”.
In Italia, l‘apprendistato professionalizzante può essere attivato senza limiti di età, purché vengano rispettati alcuni requisiti specifici.
L’apprendistato permette ai lavoratori di acquisire competenze professionali attraverso una combinazione di formazione teorica e pratica sul lavoro.
Questo tipo di contratto è particolarmente vantaggioso per chi vuole migliorare o acquisire nuove competenze, entrando o rientrando nel mercato del lavoro.
Non c’è un limite di età per accedere all’apprendistato professionalizzante se si è over 29, a condizione che il lavoratore sia percettore di indennità di disoccupazione (come la NASPI).
Questo consente una riqualificazione o una diversa qualificazione professionale rispetto al lavoro svolto in precedenza.
Ma quali sono i requisti contributivi per fare l’apprendistato? Approfondiamolo nel prossimo paragrafo.
Requisiti ottenere l’agevolazione contributiva per fare un apprendistato over 29
Per chi supera i 29 anni e accede a un apprendistato professionalizzante, i requisiti contributivi variano nel tempo:
- Primi 12 mesi: l’aliquota contributiva totale è dell’8,95%, di cui il 3,11% a carico del datore di lavoro e il 5,84% a carico dell’apprendista.
- Dal 13° al 24° mese: l’aliquota sale al 10,45%, con il 4,61% a carico del datore e il 5,84% a carico dell’apprendista.
- Dal 25° al 36° mese: l’aliquota raggiunge il 17,45%, con l’11,61% a carico del datore di lavoro e il 5,84% a carico dell’apprendista.
Questi vantaggi permettono alle aziende di risparmiare sui costi contributivi, facilitando l’inserimento o la riqualificazione dei lavoratori più anziani nel mercato del lavoro.
È importante conoscere la differenza chiave tra apprendistato over 29 e under 29. Nel primo caso non è previsto l’anno aggiuntivo di agevolazione contributiva alla conferma del lavoratore, e il contratto diventa automaticamente a tempo indeterminato senza possibilità di recesso al termine del periodo formativo.
Quali sono i vantaggi fiscali e retributivi per un apprendista?
Gli apprendisti godono di significativi vantaggi fiscali e retributivi.
Dal punto di vista fiscale, il costo dell’apprendista è escluso dal calcolo dell’IRAP, riducendo così l’imposizione fiscale per l’azienda.
Inoltre, gli apprendisti non vengono considerati nel computo dei dipendenti per il calcolo delle soglie obbligatorie, come quella per l’assunzione di lavoratori disabili.
Retributivamente, è possibile inquadrare l’apprendista fino a due livelli inferiori rispetto alla qualifica prevista dal contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL), riducendo così il costo del lavoro per l’azienda.
Ora che abbiamo risposto alla domanda, ci soffermiamo nel prossimo paragrafo sulle varie tipologie di apprendistato, così che tu possa essere ben informato su questa opportunità.
Quali sono le 3 tipologie di contratto di apprendistato?
In Italia, esistono tre principali tipologie di contratto di apprendistato, ognuna con finalità diverse:
- Apprendistato per la qualifica e il diploma professionale: rivolto a giovani tra i 15 e i 25 anni, permette di conseguire una qualifica o un diploma professionale lavorando e studiando contemporaneamente.
- Apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere: aperto a persone di età compresa tra i 18 e i 29 anni (ma anche oltre in specifici casi), mira a formare professionalmente l’apprendista per una specifica mansione all’interno dell’azienda.
- Apprendistato di alta formazione e ricerca: destinato a chi desidera ottenere titoli di studio avanzati (come laurea, dottorato o master) o a chi partecipa a progetti di ricerca, combinando lavoro e formazione accademica.
Queste tipologie consentono di adattare il percorso di apprendistato alle esigenze formative e professionali dell’apprendista e alle necessità dell’azienda.
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